CIRCOLI. LA STORIA DEL GOLF CLUB BOLOGNA

Per iniziativa del Conte Achille Sassoli de’ Bianchi nacque il Golf Club Bologna e il 28 Aprile 1959 fu costituito per merito di 28 Soci Fondatori.

Il Progetto del Percorso venne affidato al famoso studio degli architetti inglesi Cotton & Harris e il secondo diresse personalmente i lavori di realizzazione del Golf. Le prime nove buche vennero inaugurate il 1° Giugno del 1961.

Le seconde nove buche (1964) vennero realizzate dall’Impresa dell’Ing. Enzo Mantovani, secondo il progetto iniziale degli Architetti Cotton & Harris, così come la Club House (1965) progettata dall’Ing. Montini, con piscina e gli accessori tutti.

I lavori proseguirono gradualmente senza volere tutto e subito (principio seguito da Achille Sassoli de Bianchi) e ad oggi le migliorie al percorso (le ultime dirette dall’Arch. Peter Alliss) e alle infrastrutture sono state molteplici e significative dal punto di vista tecnico ed estetico.

Quando un circolo arriva ai cinquant’anni di vita entra di diritto nella «storia» del golf italiano che ufficialmente esiste da poco più di cent’anni.

Il Golf Club Bologna è storia, è tradizione e ancor più: è il circolo più antico tra quelli che continuano «ereditariamente» la volontà del suo fondatore.
Achille Sassoli de Bianchi «lo ha voluto, lo ha creato e io so quanto lo ha amato», ricorda orgogliosa la moglie Anna. Oggi Filippo Sassoli altrettanto orgogliosamente lo guida e lo ama. Ricordi personali? Tanti, quelli di un circolo che ha sempre emanato simpatia e accolto gli altri golfisti come vecchi amici.
C’era una volta… il Nettuno d’Oro, una delle poche gare «patrocinate» negli anni Sessanta e si andava a Bologna per l’occasione. Noi, all’epoca ragazzacci degli anni Sessanta, avevamo il vezzo di affibbiare appellativi ai personaggi del golf. Lo storico Conte Sabini era «il Conte Flappa», ma anche Bologna aveva i suoi Conti, fatto salvo per rispetto l’allora Presidente-fondatore. C’era Filippo Hercolani, «il Conte Sordo», c’era Umberto Pallotta, «il Conte Contadino» per il suo legame con l’agricoltura, e c’era Ignazio de Vito Piscicelli, «il Conte Vipera», per le sue battute fulminanti e mortali ma sempre «napoletanamente» sagaci e divertenti. Sempre nel rispetto della tradizione devo confessare che anche l’attuale Presidente, l’amico Filippo, ha il suo, ma la sua Vicepresidenza federale mi indulge a una certa omertà.
C’erano i «ragazzi» della stirpe Sassoli, c’erano i Segafredo e i tre «Qui, Quo, Qua», allevati a latte e regole di golf, di casa de Vito e tanti altri soci «grandi», gentilissimi con noi giovani in cerca di un Nettuno d’Oro. Ancora ricordi? Il Trofeo Senior Vecchia Romagna (all’epoca vissuto da reporter di «Golf Italiano»), capostipite – anche questo è storia – dell’attività agonistica over 50 che finiva sempre con una gran cena alla quale seguivano danze di liscio dove forse nascevano brevi flirt alla…«Cocoon»! E ancora la merenda annuale a base di «ciccioli» in casa di Marion Tadini e Fausto Marchi, roba da Maalox per tre giorni.
Ricordi leggeri, ma affettivamente indelebili. Auguri « Vecchio Bologna» e si aprano le danze!

Mario Camicia