LIFESTYLE. “Golf, Agroalimentare e Moda”: una rete tutta italiana dove le sinapsi siano governo, banche e media per un lifestyle Fast&Slow

La crisi è arrivata anche a Milano,   la nostra città più cosmopolita, l’unica nostra metropoli paragonabile a Londra, Parigi, New York, capitale italiana della finanza, una delle capitali mondiali della moda e delle tendenze di vita.

Anche a Milano  ormai è palpabile  e visibile,  basta osservare i cartelli esposti sui portoni di condomini e negozi con la dicitura “vendesi” o “affittasi”,

Ho parlato con molti costruttori edili  ed  agenti immobiliari, sembrano  anch’essi disperati,  daltronde  sappiamo  tutti che  persino le banche rifiutano i mutui immobiliari alle giovani coppie anche in presenza di fideussioni con garanzie ipotecarie dei parenti.

Sappiamo tutti però che quando si ferma l’edilizia si ferma tutto a catena come nel gioco del domino, quindi  non  si vendono  più  le  automobili,  anche i negozi di beni di consumo e gli ipermercati restano desolatamente vuoti.

Ma il denaro dov’è? Come mai non circola più denaro creando cicli virtuosi?

A parte quello sempre meno erogato in opere e stipendi dalle pubbliche istituzioni, locali e nazionali,  a causa del grave debito pubblico di  uno  Stato che,   mal  guidato da governi indecenti,   fin  dagli  anni ’80  si  è ipotecato il futuro delle giovani generazioni spendendo e spandendo e rubando persino   (i nodi poi,   come si sa,   arrivano sempre al pettine), quello dei piccoli risparmiatori italiani è sempre più eroso dalle tasse e dai costi sempre più insostenibili di acqua,  luce,  gas,  benzina,  spese scolastiche  e chi più ne ha più ne metta.

Resta il denaro dei cosidetti ricchi e quello delle banche.

Purtroppo queste due casseforti, che sarebbero utili se aperte non  per  beneficenza ma per creare sia ricchezza diffusa sia giusti  profitti  ai  legittimi proprietari mettendone in circolo il contenuto per gli investimenti,   restano blindate  a doppia mandata,   e  non soltanto in Italia.

Anche i  capitalisti spagnoli  e,  con il nuovo governo Holland, persino i   francesi, a causa della paura di un nuovo “1929” vengono  ora  invasi da uno  spirito conservatore dannoso e blindano  le loro ricchezze preferendo, se ci riescono, trasferirle fuori dei loro territori.

Le  banche  infine,   che sono costantemente salvate a più riprese  dalla   BCE (la quale,  ricordiamolo, usa  denaro  dei  cittadini europei) riescono ad ottenere in prestito ingenti  capitali  dall’Europa  praticamente gratis  (al tasso di interesse dell’1%)  con la promessa di metterlo in circolo  per  finanziare  famiglie  ed  imprese ma  non lo fanno, preferendo anch’esse speculare comprando, per esempio,  titoli  di stato  che  lo spread porta  a  tassi  di  interesse del 6%  avendo così  più  sicurezza  di  un  ritorno di profitti che, secondo loro, non sarebbe lo stesso se prestassero denaro a cittadini e imprenditori, visto l’aumentata percentuale di sofferenze  bancarie registrata negli ultimi anni.

Come  sono  lontani  quei  tempi  in  cui in  Inghilterra o negli USA  un  giovane   laureato con  un’ottima  idea imprenditoriale  veniva  valutato  solo per quella brillante idea e forse  finanziato senza che gli si chiedessero le garanzie dei genitori!

Un Bill Gates e i ragazzi dei “garages dell’informatica” come potrebbero nascere oggi?

In  Italia  non è  purtroppo  mai  stato così  ed ora assistiamo pure al paradosso che non viene  più  accettata  dalle  banche in garanzia nemmeno la busta  paga  di un lavoro  (ormai sempre più raro) con contratto a tempo indeterminato.

Ma per fortuna ci sono delle eccezioni quasi   fossero  bagliori di fuoco ancor vivo sotto  la  catasta  di  un grande  falò  che sembra ormai  spegnersi per mancanza di vento, in entrambe le casseforti.

Cercate  le   notizie su  quello che  fanno per  l’economia  delle  loro  zone e per la socialità  imprenditori  capitalisti  come  Enzo Rosso della  Diesel,  oppure   Diego della Valle di Tod’s oppure Giancarlo Di Paola di Exprivia.

Guardate  gli  esempi  di  due  gruppi  bancari  come  Banca Popolare di Bari ed Unicredit.

Il presidente della prima, Marco Jacobini, prosegue con borse di studio e masters a finanziare le giovani  intelligenze che  non  avrebbero  i mezzi per esprimere il proprio talento, esattamente come  faceva  50 anni fa  aiutando  gli studenti di Bari ad  iscriversi all’Università.

La sua banca continua a finanziare  opere pubbliche  di  interesse strategico  per lo sviluppo economico, dal reparto di senologia dell’Ospedale “Miulli” di Acquaviva  delle Fonti al reparto ludico per piccoli ammalati dell’Ospedale Oncologico  “Giovanni  XIII” di Bari, per finire a finanziare,  insieme  al gruppo alberghiero internazionale  “Boscolo” ed  all’impresa  edile  “Fusillo”  il   restauro  del  mitico   “Albergo  delle  Nazioni”   sul lungomare di Bari,  che con  il nullaosta  preannunciato dal  sindaco Michele Emiliano, potrà realizzare  a 10 metri  un porto da diporto   in  pieno  centro  che sarà  sicuramente attrattore di incoming turistica soprattutto per ricchi e facoltosi imprenditori russi,  visto che  la  città  è  già   vocata a  “Porta d’Oriente” grazie  alla  presenza  delle  spoglie del  loro santo più amato, San Nicola.

I ricchi russi daltronde stanno già scoprendo tutta la Puglia per le loro mondanità, e questo è il primo  passo utile  affinché  acquistino fiducia nelle nostre capacità e nelle nostre qualità e si convincano quindi ad investire da noi.

Proprio alcuni  magnati russi, per esempio,  hanno scoperto, a pochi chilometri da Bari, posti unici al mondo come la masseria San Domenico, per celebrare questa estate  i loro matrimoni da “mille e una notte” seguendo l’esempio di alcuni sceicchi arabi.

Sono  perciò   contento che   domenica 15   luglio   giocatori di  Golf  europei  ed intelligenti   imprenditori   pugliesi   hanno  sfidato  i  42 gradi,  che  avrebbero   potuto impedire di gustare a Savelletri, sulla costa della Puglia, lo  splendido   scenario  offerto  dal  San  Domenico  Golf  Club, e si sono incontrati nella festa che ha concluso il torneo di 3 gare,  cominciato due sabati prima  al castello di  Acaya  Golf  Club  nel   Salento  e proseguito  la  domenica  precedente  al Barialto Golf Club,   grazie  al neonato  “Apulia Golf  District”.

Tutto   questo   è  stato  possibile  per  l’intuito   avuto    dall’architetto   Giuseppe Germano,  che  ha convinto sia l’editore  milanese  Fobo Adv che il  direttore  del   più autorevole magazine di riferimento, Golf  People Club MagazineStefano Masullo,  a puntare  sulla Puglia  coinvolgendo  la  locale  Associazione   “Do  You  Golf”  di   Ester Monacelli e  Paola Maranzana,  il  presidente   del   Consorzio  di   resorts   “Terrantica” Stefano L’Abbate,  che  ne  ha lasciato la specifica operatività al direttore Gianni Spano.

Quando era stato chiesto il mio contributo professionale  sia  per  quanto riguarda l’aspetto mediatico  (principalmente televisivo)  sia  per  creare sinergie  col progetto di marketing  “Milano Food&Moda” del  quale   sono  project manager,  ho chiesto una settimana  di  tempo per   riflettere  ed  alla  fine  ho  accettato,   coinvolgendo anche le prestigiose  testate   “Italia  da  Gustare” e   “Club  Italia Magazine”   con  le  quali collaboro da anni.

Da  settimane  gli  anticicloni  africani  chiamati  prima  “Scipione l’Africano”  e poi  “Caronte”  avevano  portato  un  caldo  quasi  insopportabile  anche   sulla  regione Puglia  ormai  considerata  la “California  d’Europa”,  mancava  solo   “Lucifero”   ed infatti è arrivato puntualmente lunedì 16 luglio col nome di “Spread”.

Il  differenziale  tra i  bund tedeschi  ed i buoni del  Tesoro italiani  ha  sfiorato di nuovo i 500 punti base,  il  che vuol dire che lo Stato,   cioè tutti noi,   dobbiamo pagare quasi  il  6%  in  più  di  interessi  a  chi  li compra  per finanziare il  nostro debito,  non accadeva da novembre col governo di Silvio Berlusconi, quindi  nemmeno  la  cura  dei professori, guidati da Mario Monti, ci ha salvati dalle speculazioni borsistiche.

Eppure  Mario Monti sta spendendo molti giorni del  suo tempo prezioso  proprio in Russia questa estate , sia  col  presidente Putin che  con il Pope Moscovita capo  della  chiesa ortodossa, perché anche il Professore ritiene che ci salveranno anche e soprattutto i gradimenti esteri delle nostre qualità intrinseche, perciò sono importanti le relazioni coi paesi  economicamente  in  crescita,  per  esempio  sia  mercati  come  quello  russo   sia al contempo grandi investimenti in Italia di capitali come quelli russi.

Bari  e la  Puglia  li  aspetta a  braccia  aperte   perché  ritiene di possedere tutte le    carte in regola,soprattutto nei  comparti dell’Agroalimentare   e  dell’ Incoming Turistica di qualità, per cui lo scambio sarò certamente alla pari, potendo vendere “qualità”.

Possiamo  inaugurare perciò  uno stile di  vita   “Fast&Slow” proprio  in  Puglia,  uno stile che si diffonda nell’intero paese, veloce nelle decisioni,  come  mi  insegna  da  tempo l’amico Felice Delle Femine,  responsabile  centrosud  Unicredit,  il quale ha  da tempo notato nelle sue missions di lavoro estere che, nei paesi che consideriamo  a torto più arretrati di noi, la Turchia per esempio, si decide alla velocità di internet  mentre noi  siamo ancora abituati ad “aspettare le calende greche”, lento nel gustare la vita,    senza stess, lavorando con precisione, professionalità ed onestà  senza  però  perderci in inutili bizantinismi, tagliando  quindi  i rami  secchi  che portano via tempo prezioso quasi con una sorta di “spending review” delle  nostre  public relations, una ingegnerizzazione del nostro tempo, veloci di cervello ma lenti, perché “sicuri di noi”  nell’operare  (come   la lentezza dei vecchi artigiani che non avevano bisogno di ostentare velocità  e  fretta  per dare valore aggiunto al proprio lavoro, anzi il contrario, il valore derivava proprio  dalla precisione e  cura  che  richiedeva “tempo”),  imparando  dallo  stile  Slowfood non   a mangiare ma a degustare i  nostri  cibi (che  tra l’altro tutto il mondo ci invidia).

A proposito faccio i miei complimenti a Promomedia, società di comunicazione di Bari,  che  nel  pubblicizzare nuove  tariffe  di un suo cliente della telefonia, ha deciso di fare una promozione  per  le  strade  della  città facendo regalare ai passanti dalle hostess pacchi di “pasta di qualità”,  di  questi  tempi,  poi,  una  promozione pubblicitaria molto gradita dai fruitori al contrario degli invadenti volantini nella posta oppure delle invasive telefonate dei call center a tutte le ore.

Vivere Slow  ci  farà gustare la nostra vita che non è infinita ed anzi è molto corta, avete mai considerato che vivendo sempre di fretta, pieni di impegni  (che ci inventiamo ad arte) alla fine del mese o dell’anno ci ritroviamo a pensare come  il tempo sia passato in fretta senza che ce ne siamo accorti? Alla fine finirà tutto senza che ce ne accorgiamo (e senza che ce lo gustiamo).

Invece,  per assurdo,  quando  viviamo  con  lentezza  siamo  capaci di scandirlo il tempo e  ricordiamo  tutto  ciò  che  facciamo   (perché facciamo solo cose importanti) e quasi fosse una contraddizione ci ritroviamo a considerare che “il tempo non passa mai”.

Così, però, vivremo meglio e più a lungo.

Il grande manager Giancarlo Di Paola ha teorizzato addirittura l’Ozio Creativo, applicandolo nelle sue aziende con risultati sorprendenti.

Sere fa, invitato  da Samuele Petruzzi di Slowfood  ho scoperto  il parco  naturale regionale delle Dune Costiere in Puglia, proprio vicino la famosa masseria S.Domenico,   tra Torre Canne e Torre San Leonardo, dove  mi  ha  accolto il proprietario di “masseria Brancati”, Corrado Rodio.

L’ho  ascoltato in  silenzio mentre  parlava  a  dei signori  tedeschi,  proprietari  di ristoranti a Bonn e Berlino, facendo loro visitare il frantoio ipogeo (scavato  nella roccia sottoterra)  dove con stupore noi tutti  abbiamo scoperto, oltre  ad  una  già di per sé rara macina  del  medioevo, il  cui  motore  propulsore  erano  gli asini ed i muli, anche   una incredibile macina costruita dagli  antichi  romani  ma soprattutto una macina messapica, costruita quando è nato un vecchio signore che  ho  poi  incontrato all’uscita, un signore che respira ed ha tutte le sue funzioni vitali in perfetto stato,   un  grande albero di  olivo dal tronco che sembra una scultura di Dio, che  ho  abbracciato con emozione, un essere ancora vivente  che è stato  piantato  ben  trecento anni  prima  che  nascesse  Gesù di Nazaret!

Conoscevo gli ulivi secolari della piana fra Brindisi e Monopoli,nascosti fra i circa sessanta  milioni  di  alberi  che  in  Puglia  godono  di  un clima  che  nessuna regione al mondo può offrire loro, che i Romani custodivano gelosamente traendone  l’oro  liquido (usato  per  illuminare  tutta Roma, per medicine e cosmetici,  infine per allietare il cibo) ma non immaginavo ci fossero vecchi signori millenari, al  cui  confronto  i nostri cento anni di vita sono poca cosa, e questi esseri viventi sono arrivati vivi fino a noi dai tempi dei faraoni d’Egitto vivendo molto slow, adattandosi lentamente ai venti dell’adriatico contorcendosi nel busto, alle siccità delle puglie, ai fulmini dei millenni.

L’impianto   di   questi  olivi era già stata documentata  da Lucio Giunio Moderato Columella,   che  nel  primo  secolo  dopo   Cristo  scrisse  il  “De Re Rustica”  e  per   la precisione nel quinto dei dodici libri del trattato,  ma  nessuno  ci credeva fossero ancora vivi  fino  a  quando  l’università  di  Bari  non  ha  raccolto pezzi di radici fossili sotto la pianta datandole col carbonio14.

L’olio  che  se ne  ricava oggi, nel 2012,   da questa pianta,  spalmato  sul  pane di Altamura cotto a legna con lievito madre  e  coi pomodorini  della vicina Torre Guaceto, oasi protetta dal WWF, hanno incantato gli ospiti di Berlino !

Dando esempi di fast&slow stylelife con buone pratiche concrete spero che questa filosofia sia da stimolo anche ai grandi stakeholders dell’economia, Istituzioni, Banche e Media, nel “fare sistema” per aiutare le economie locali e,  di conseguenza,  dare  il loro  contributo alla macro economia del nostro paese.

Fare sistema, mettere cioè in rete le Istituzioni di Governo  (locali e nazionali), gli Istituti  di  Credito  “virtuosi”   e   le  Aziende  manifatturiere    d’eccellenza  mi   sembra l’unica strada per poter intraprendere un nuovo cammino ormai   non più procrastinabile, questi  protagonisti  devono  non  solo  e non  più semplicemente  “parlarsi”  fra loro ma occorre che operino insieme sinergicamente, se vogliamo  che  si  avveri  la  profezia  di  Mario Monti riguardo ad un’Italia autosufficiente che non avrà mai pezzi di territorio che chiedono aiuto per non morire,come purtroppo stanno facendo ben sei regioni importanti della Spagna al loro governo centrale, e quindi ad Europa ed alla BCE in queste ore.

Ho “sentito”  anche in  questi giorni  per  la prima volta il  muto ”Urlo di Munch”, la voce, quasi fosse un ottimo doppiatore cinematografico, era quella dell’ingegner Luca Montrone, presidente del noto  Gruppo  televisivo  Telenorba  e   presidente    dell’Alpi, Associazione nazionale delle Emittenti locali.

Da ben  19   anni esiste  una   legge, la “422”, che  dovrebbe finanziare in parte le emittenti televisive locali perché sono un servizio pubblico, alla stregua degli asili  nido o degli ospedali o delle scuole.

Costantemente e puntualmente, periodicamente, da tutti i governi,  vengono messi lacci   e   laccioli,   per  non  dire   bastoni  fra  le ruote  con  ritardi   burocratici  e  scuse invereconde, per non attuarla in pieno ed in tempo nei finanziamenti alle televisioni con concessioni regionali, mentre si sono sempre favorite negli anni sia la RAI che Mediaset che  potrebbero  già vivere con la sola raccolta pubblicitaria sul mercato dove sono quasi monopoliste (a  Mediaset  perfino  io  ho  portato  il  mio  piccolo  contributo di circa un milione di euro con  budget di miei clienti pubblicitari !!).

Eppure nei giorni scorsi,  con un voto bulgaro  (480 su 483)  persino il parlamento aveva   rifinanziato   il  fondo  alle  emittenti  locali  per questo triennio riportandolo alla soglia minima di 150 milioni.

Ma il governo Monti, pur nell’encomiabile  cammino di “spending review” che  ha intrapreso,   ha  affidato  all’ottimo  professor ingegnere  Francesco Giavazzi l’incarico di rivedere le   “spese di stato”  e purtroppo   quest’ultimo   ha   deciso  di tagliare ben 30 milioni da questo fondo, proponendone addirittura l’azzeramento totale !!!

Pur con tutto il rispetto per mamma  RAI e zia Mediaset, tutti sanno che le notizie locali e  regionali vengono date  dalle   emittenti  locali e   quelle  dei TG nazionali sono invece “omologate” e quasi sempre  tutte simili (perchè unica è la  fonte  di reperimento, in genere l’Ansa senza perder tempo a mandare gli inviati in campo).

Tutti  sanno  anche  che  le   economie  locali  sono  basate  sulle  piccole e medie  aziende che si promuovono proprio sulle emittenti locali, perchè prima di voli pindarici  di  aggressione dei mercati  esteri  è  necessario il consumo  dei  prodotti a casa propria da parte dei consumatori conterranei,quelli che, se ben informati, dovrebbero essere più fedeli e più orgogliosi dei propri “brand” di qualità.

Ma le  piccole/medie  aziende,   che  poi  sono il  tessuto connettivo dell’economia nazionale,   non hanno  più   molte risorse  da investire   nei   media  televisivi, e tagliare anche i piccoli aiuti statali  sarebbe  un  colpo  mortale  sia  all’informazione (quindi alla democrazia tanto sbandierata) sia alla promozione economica dei territori.

I fondi  di  sostegno alla  carta stampata per il momento non vengono, per fortuna, messi in discussione, perchè in Parlamento sono ancora rappresentati i vecchi partiti che altrimenti  vedrebbero  cancellate  di  colpo le loro testate di riferimento,  ma  un  nuovo parlamento potrebbe farlo in futuro sull’onda delle nuove mode ideologiche di rivolta.

E’ chiaro che bisogna incentivare le nuove tecnologie massmediatiche,  dalla  rete alla banda larga,  come è  chiaro che televisioni e giornali devono  trovare  le  principali risorse sul mercato in libera competizione fra loro,  ma bisogna stare attenti a cancellare “tutti” i vecchi mediatori, anche i libri stampati su carta, come ha ben spiegato  Baricco presentando lo splendido libro “Ultime indiscrezioni sui barbari”  in  piazza  a  Bologna durante i giorni d

ell’inedito laboratorio voluto dal quotidiano  Repubblica ed intitolato “La Repubblica delle idee”

Aiutiamo tutti quindi il prof. Giavazzi a riconsiderare le sue pur legittime opinioni ed ascoltiamo tutti l’urlo muto dell’ing. Montrone da Conversano, Puglia.

Mi sembra  che persone  dotate  di  grande intelligenza  e di spirito creativo, delle quali è certamente composto il popolo italiano, proprio nelle difficoltà riescano a dare il meglio di sé.

Sono   ottimista  perché  sto  ricevendo  buoni  segnali  in  tal  senso,  per esempio, proprio  io  ho  fortemente voluto  l’incontro con Felice Delle Femine,  responsabile area CentroSud Italia del più importante gruppo bancario europeo UNICREDIT  e  l’avvocato imprenditore barese Fabrizio Lombardo Pijola, perchè ritengo che fare sistema ora più che in qualsiasi momento del passato sia di vitale  importanza  per  tutto  il paese Italia e per l’economia ed il futuro dei giovani e delle famiglie del centro/sud in particolare.

Nei mesi scorsi parlando con il dott. Delle Femine  in Confindustria dei laboratori UNICREDIT  per  il Sud in   “Automotive,  Agroalimentare e Incoming Turistica” e poi successivamente  relazionandomi  con  l’avvocato   Lombardo  Pijola, già presidente del network Antennasud, prossimamente socio in Puglia di Oscar Farinetti per  l’apertura in Fiera del Levante di Eataly (con un investimento di euro sei milioni) mi ero  convinto che ci fossero molti punti in comune  fra di loro e mi ero già proposto ad entrambi  nella veste di  “communication manager”, quale amplificatore  delle  importanti  informazioni relative ai loro progetti, non  solo verso la popolazione  ma  sopratutto  verso le imprese, seguendo  la  mia  mission   imprenditoriale di   “mettere  in  rete”   alcuni   Protagonisti dell’economia che penso sia importante siano più informati e coinvolti,   distratti a volte perchè giustamente concentrati sui propri affari, al fine di creare nuove sinergie fra loro, le istituzioni, i mezzi di comunicazione e  quindi,   di conseguenza,  facendo  sia  i  loro interessi che quelli dei  buyers internazionali (da coinvolgere sempre più)  ma in special modo dei cittadini che sono finalmente i nuovi consumatori consapevoli  in  un mercato globale che offre di tutto e di più.

Per questo motivo  infatti ho stretto un  accordo con   Lombardo  Pijola  per   una nuova ed  innovativa trasmissione settimanale sui suoi media e che partirà  il   prossimo autunno.

Entrambi  i  miei  interlocutori  erano poi a conoscenza del progetto di  showroom permanente  a   Milano  riservato  alle    “eccellenze  di  nicchia”  dell’agroalimentare  in  connubio  col   mondo  della  moda  italiana,   di   cui  quella  città   è  leader  mondiale,  preparando così per tempo il terreno,  alle aziende che intendano parteciparvi,   affinché siano  pronte a  presentarsi  al  mondo nei  sei mesi nei quali  il mondo  verrà da noi per  EXPO 2015, appunto con “Milano Food&Moda” di cui sono project manager.

Il 27  aprile  scorso  uno  dei nostri migliori imprenditori italiani,   Leonardo Del Vecchio,  proprietario di Luxottica, ha portato,  tramite la controllata Delfin Sarl, il suo peso azionario in Unicredit al 2,005 dal 1,4 % e nello stesso periodo l’istituto di credito diventava leader in Europa, al terzo posto in Germania e Russia, al primo in Polonia.

Il CDA Unicredit  ha approvato il nuovo assetto societario il 10 luglio, dividendo la nostra penisola in sette macro regioni, NordOvest, Lombardia, NordEst, CentroNord, Centro, Sud, Sicilia, guidate dal country chairman Gabriele Piccini,  e divise in 77 aree commerciali, territori ai quali sono state date maggiori deleghe  in  termini  di  prezzi e crediti.

Giovedì 19 luglio,  alla presenza  del  direttore Unicredit di Puglia  dott. Antonio Riccio, ho avuto quindi  questo  incontro di un’ora circa, molto interessante, con il dott. Delle Femine e con l’avvocato Lombardo Pijola.

Ho tra l’altro comunicato loro che miei riferimenti privilegiati e quindi utili ad una nuova sinergia mediatica sono sulla piazza di Milano i prestigiosi   magazines  “Gustare l’Italia” e   “Golf People Magazine”,   scelti perchè   parlano a  due mondi che,   se  bene informati, porterebbero  dei  vantaggi a tutti  oltre che  a se  stessi,  il  mondo  del Golf e quello dell’Engastronomia.

Felice Delle Femine   ha   espresso  ottimismo per il futuro,  sperando che in Italia succeda  ciò  che  ha  notato con  stupore nel suo recente viaggio in Turchia   (anche qui Unicredit è banca leader del mercato)   dove   vi  è  un formidabile fermento delle nuove generazioni e di neolaureati che creano nuove imprese, una  rapidità   decisionale  che si augura investa anche i giovani italiani in maniera più massiccia.

I  segnali  sono  buoni  perchè i   progetti di  giovani  imprenditori   del  sud  Italia premiati ed ammessi a   finanziamenti dedicati,  nella kermesse  recentemente  svoltasi a Napoli e promossa da Unicredit, sono stati   tutti   di  alto profilo qualitativo  (fra i primi vincitori anche due progetti di innovative tecnology provenienti dalla Puglia).

tand modulare di un noto formaggio tipico italiano, finanziato dal Ministero Politiche Agricole per le fiere internazionali, progettato e costruito da ASA -MC (marketing and communication Advanced Service Agency) di Saverio Buttiglione

Unicredit  ha fatto poi   partire dalla Sicilia   “East Gate 2.0”   con  una   massiccia presenza di imprese di quella regione che vogliono internazionalizzarsi con gli strumenti più adatti al terzo millennio ed  hanno accolto con favore la spinta propulsiva  di  questo Istituto di Credito sopratutto  per  l’Agroalimentare  ed  il Turismo congressuale,  perchè Unicredit è ormai ben radicato in 22 paesi europei con ben 940 filiali in Russia e 106  in Germania, per esempio.

Il presidente Lombardo Pijola  ha   fatto  notare come  la città di Bari debba essere messa al centro dei futuri progetti verso tutto l’est europeo non per spirito campanilistico essendo lui barese doc  ma  perchè obiettivamente  questa città viene sempre più da tutti considerata  la  “Porta d’Oriente”  e  soprattutto  dai  popoli  slavi  di  religione  cristiano ortodossa, avendo Bari in custodia, nella Basilica di San Nicola le  ossa del Santo molto amato sopratutto dai Russi e dai Rumeni, ed avendo donato a Mosca la Chiesa Russa che quindi è a tutti gli effetti  territorio  russo  come lo sono le ambasciate di tutte le nazioni, infatti certi giorni, entrando nella piazza barese di San Nicola, guardando i volti, gli abiti ed ascoltando le lingue, sembra di entrare in un quartiere di Mosca.

L’emittente barese  Antennasud   ha perciò  deciso  di investirci,   cablando tutta la basilica e installandovi una regia televisiva fissa per i collegamenti in diretta.

Antennasud  guarda anche ai paesi del Magreb  ed infatti   ha  inaugurato il primo Telegiornale in lingua araba, ma Lombardo Pijola da bravo imprenditore, (persino il suo studio legale mi sembra una fabbrica  per il gran  numero di giovani   avvocati  associati,  forse perché  anche  nella  sua  professione  esplica  la  sua   naturale   ed  istintiva genìa  imprenditoriale  che  evidentemente  ha  già  nel  suo   DNA)   ha   contemporaneamente   inaugurato un progetto di certificazione dei  “prodotti alimentari” per i mercati arabi.

Il Tg Aral   di Antennasud   aiuta l’integrazione dei cittadini arabi che lavorano da noi  e  la   certificazione  araba   dei   nostri   cibi   aiuterà  sicuramente le nostre aziende produttive nei confronti dei consumatori arabi.

Infine Fabrizio Lombardo Pijola  si è detto molto attento da sempre alle tematiche ambientali    e  per  questo  motivo  è entrato  nell’azionariato   dell’azienda     di Treviso “Domotecnica”,   la rete   italiana più importante di specialisti nell’efficenza energetica e nell’utilizzo di fonti rinnovabili,   vocata   all’installazione   di   nuove  tecnologie sia nei condomini residenziali che nelle aziende manufatturiere.

Questo a mio  parere potrà  essere un  immediato punto   di contatto sinergico con Unicredit, avendo l’avvocato invitato il dott. DelleFemine, in veste di relatore, al grande “Convegno sull’efficenza energetica” che sta organizzando a Torino per i giorni 14 e 15 settembre 2012.

Non  a  caso  penso a questa immediata sinergia,  perchè  Unicredit   è  partner con Fondazione WWF   e  Solon  di   OFFICINAE VERDI,  neonata S.p.A.  amministrata da Giovanni Tordi, che  ha  come mission  proprio  l’energia  autoprodotta da noi cittadini e quindi a  chilometro zero,  nella  quale  il  socio  “Fondazione WWF” avrà il  compito di   vigilare sull’impatto ambientale, Unicredit fornirà la  consulenza ed i  prodotti finanziari dedicati agli investimenti ed il socio  Solon costruirà i prodotti da installare.

Questo  sarebbe già  un  buon esempio  di inizio di  collaborazione  sistemica  fra comparti  diversi  ma  tutti utili alla nostra economia,  se finalmente  non  saranno    più chiusi nella loro individualità (quasi fossero compartimenti   stagni  che sono   utili solo sulle navi in caso di allagamento) ma  opereranno insieme, le  banche  ed  i  massmedia,   la comunicazione e le aziende manifatturiere, ma per il  bene di tutta la  comunità, spero  che  anche  la  classe  politica e  gli amministratori pubblici  si integrino presto in questa nuova rete virtuosa dell’economia che vedo nascere per un mondo nuovo necessario.

di Saverio Carlo Buttiglione