TURISMO. B’NU: la strada del vino Cannonau
di Andrea Alpini

La Sardegna è un continente.
La Sardegna non è vero che è un isola.
La Sardegna è un cosmo.

La Sardegna è il più bel posto Mediterraneo dove si incontrano culture, tradizioni, storie di transumanze e di marinai, storie da raccontare e tramandare bagnate nel vino.
Nel mese di giugno presso l’atavica città di Nuoro, scrigno urbano protetto nell’entroterra isolano, si è tenuto il Concorso Nazionale Vinicolo B’NU. Si è trattato di una manifestazione, magistralmente organizzata dalla Camera di Commercio di Nuoro in collaborazione con quella di Oristano. Al concorso vincolo, cui hanno partecipato ben oltre 200 cantine vinicole nazionali, è stata accostata una manifestazione culturale composta da eventi di teatro, musica, canto e degustazioni. L’affluenza si è rivelata superiore alle aspettative, e nei tre giorni di Festival un pubblico eterogeneo e proveniente da tutta la regione ha partecipato attivamente alle iniziative di B’NU.

La sede scelta non poteva essere migliore: il Museo Etnografico di Nuoro, che con i suoi cortili aperti, le sue corti e i suoi portici è stata un incantevole cornice per degustazioni di oli, formaggi, salumi e vini.
Il livello competitivo del concorso enologico B’NU era alto, e il giorno delle proclamazioni dei premiati la suspense in sala era alle stelle. Arrivando alla sede del museo si potevano notare colonne processionali di persone e di automobili che si recavano sacralmente in cima alla collina nuorese, al Museo Etnografico. Da cui si gode tra l’altro di uno spettacolare panorama sull’Ortobene, mentre in lontananza si intravede il Supramonte. Il ricordo dei versi di Grazia Deledda è vivo in tutti coloro che si recano qui, a Nuoro, ma vivo soprattutto in coloro che guardano il profilo elegante dell’Ortobene dalle terrazze dell’Etnografico. La casa natale della Deledda si trova in paese a Nuoro, è bellissima, ben organizzata e restaurata. Contiene memorie della poetessa, primo Nobel italiano, ma al contempo è un museo digitalizzato e interattivo, capace di far incontrare e capire la poesia, e la Sardegna, anche a chi non ha queste terre nel cuore. Tra le sale più belle vi è sicuramente quella dedicata alla “Scuola di Atene”, quella che Grazia Deledda amava chiamare così, ma che in fondo era la Scuola Sarda: un fermento culturale unico fatto di pittori, scultori e letterati. Il museo presenta inoltre delle sale tematiche e polisensoriali, dove i racconti della poetessa sono divenuti reali, fatti di oggetti materiali da guardare e toccare e dei cui profumi inebriarsi. Dalle stesse sensazioni sono colpito quando arrivo alla sede di B’NU. La corte esterna di ingresso è inondata di luce mediterranea calda e tagliente. Le ombre sono nette e scure. Una linea spezzata fatta di bancali sovrapposti indica al visitatore il percorso da seguire per arrivare all’ingresso.

L’allestimento scelto per questo evento è minimale e terreno, ricorda i sapori della terra e del lavoro, elementi di cui si compone il miglior vino, isolano o peninsulare. Arrivati all’ingresso le hostess della manifestazione consegnano a tutti i visitatori un elegante tracolla color vinaccia al cui interno si trova un bicchiere per le degustazioni.

Prima che le degustazioni abbiano inizio si tiene la conferenza inaugurale “Le Donne e il Vino”, dove le capitane d’azienda, solide donne sarde, raccontano la loro leadership aziendale. Segue poi un bellissimo intervento di Enzo Biondo che presenta il suo libro “Cannonau: mito di Sardegna”, edito in collaborazione con la Camera di Commercio di Nuoro. Il libro è una vera rivoluzione per il mondo enologico italiano ed internazionale. Oltre a presentare la nuova Strada del Vino Cannonau, che sta sorgendo nel nuorese e nell’Ogliastra, il cui consorzio produttori e albergatori è presieduto dall’Avvocato Andrea Soddu, il libro espone il frutto di anni di ricerca storica. Per la prima volta si viene a conoscenza delle presenza di uve domestiche coltivate in età pre nuragica, un vero primato etnico e storico di rilevanza mondiale. Dopo la presentazione di Enzo Biondo ci si avvia  alla premiazione delle Cantine più virtuose che hanno partecipato al concorso, e dopo tanta suspence si arriva anche al podio: Terzi classificati ex-equo: Vernaccia di Oristano riserva ’88 DOC Azienda Contini, Cannonau di Sardegna DOC Capo Sardo 2010 Azienda Deaddis Giovanni Luigi, Malvasia di Bosa DOC 2008 Azienda Emidio Oggianu. Secondo classificato Vermentino di Gallura Superiore DOCG Monteoro 2011 Tenute Sella e Mosca. Infine il premio più abito: Miglior vino B’NU 2012, Cannonau di Sardegna Riserva Nepente di Oliena DOC Pro Vois 2007 Azienda Vinicola Fratelli Puddu.

Quest’azienda la troveremo poi anche all’interno del Consorzio Strada del Vino Cannonau, dove oltre a poter assaggiare il miglior vino di Sardegna potremo anche gustare delicate prelibatezze alimentari come il loro rinomato Prosciutto. Sempre all’interno del Consorzio troveremo anche l’azienda biologica Nuovo Oleificio di Sandro Chisu che nel 2011 ha vinto il primo Premio Mondiale per la produzione di un raffinato olio completamente biologico. Al termine della proclamazione il pubblico si è riversato negli spazi aperti del Museo Etnografico, dove cantine e prelibatezze gastronomiche li attendevano. La qualità dei vini e la quantità delle cantine presenti era in grado di soddisfare anche i palati più esigenti. La Camera di Commercio nuorese, con il suo Presidente Romolo Pisano e Vanna Deiana, responsabile Ufficio Albi dei Vini DOC ed Elenchi delle vigne IGT, nonché mente creativa del Festival BNU hanno pensato di inserire nella manifestazione anche due piccoli educational: le degustazioni di formaggi tipici sardi, a cura di Slow Food, e il mini corso di degustazione vini a cura dell’Associazione Italiana Sommelier. Il pubblico più esigente poteva anche entrare a visitare alcune stanze del Museo Etnografico, vero caleidoscopio di colori e tessuti antichi provenienti da tutte le valli e le coste dell’isola, polo culturale diretto da Franca Rosa Contu con Salvatore Liori, Presidente Istituto Superiore Etnografico della Sardegna. Una stanza museale è inoltre dedicata alla maschere tradizionali isolane, scolpite nel legno e nel vento, quest’ultimo a volte leviga e altre scheggia.

L’atmosfera sonora e musicale di B’NU era davvero variegata. Un sottofondo costante era costituito dal vociare del pubblico, che con i suoi guizzi e suoi fremiti creava un suono del tutto simile allo sfregolio delle cicale. Su queste sonorità si impostavano qua e là le note di un quartetto jazz, mentre dalla sala conferenze provenivano le declamazioni letterarie e teatrali di Giovanni Carroni e Franco Persico che annegavano i loro versi in violacei boule di vino Cannonau.

Mentre la serata di avvia al termine, dal profondo della notte si alza un coro a tre voci più solitsa. Sono i Tenores Sor Battor Moros di Fonni. Le loro voci polifoniche incantano e ricordano al contempo i significati primordiali della tradizione orale e la musicalità sacra dei canti religiosi. Li ascolto a lungo, poi giro le spalle verso casa, mentre le loro voci si dissolvono lentamente. E’ il miglior modo di lasciare la serata.
La Sardegna non è un isola.
La Sardegna è un continente.


Architetto Andrea Alpini
Direttore Itinerari Culturali Golfistici Enogastronomici
Golf People Club House

(photo. Simona Clerici)