TURISMO. Scozia: l’essenziale del viaggio
di Andrea Alpini

Sacca da golf, taccuino, passaporto e biglietto di non sola andata per la Scozia.

Prima di partire per un viaggio, la testa è sempre ricca di pensieri e di aspettative per ciò che ci attende una volta arrivati alla meta. Nel 2009 Jason Reitman, noto regista americano, produce una bellissima pellicola cinematografica “Up in the air” il cui protagonista è il tagliatore di teste George Clooney. A lui spetta l’arduo compito di risanare i bilanci aziendali tagliando il costo del personale. Tiene lunghi discorsi psicologici volti a elidere lo stress da licenziamento, e uno dei suoi cavalli di battaglia è la lezione dello “zaino”. Bene, ora traslate lo zainetto aziendale allo zainetto di viaggio, che è poi la nostra testa, ricolma di concetti e idee. Quotidianamente portiamo con noi di tutto, beni necessari e affettivi. Ma mentre stiamo tra le nuvole, che siano metaforiche o di quelle vaporose, che si vedono fuori dall’oblò dell’aereo, noi ci siamo liberati in parte dal carico del nostro zaino. Affrontare un viaggio significa liberarsi del carico quotidiano per poter cogliere a piene mani, a pieni polmoni la freschezza e l’essenza dei nuovi luoghi. Ognuno viaggia in modo diverso, c’è che viaggia per viaggiare, chi per cercare il proprio posto nel mondo, chi viaggia per lavoro, e chi a “cento allora” per raggiungere la metà del proprio completamento. L’essenzialità di un viaggio non è facile da raggiungere, è un delicato compromesso di ricordi dell’aria casa misto ad esotismo locale. Saper viaggiare richiedo anzitutto saper osservare, pratica molto diversa dal semplice vedere. Scrutando il contesto e facendo molteplici domande agli autoctoni sarà l’unico modo per poter entrare nel mood locale, così da ritornare alla propria quotidianità, consapevoli di aver viaggiato, conosciuto e gustato.

La Scozia è da sempre la Mecca golfistica per ogni giocatore di ogni livello e di ogni parte del mondo. Sin da quando si tirano le prime “rattonate”, così gergalmente sono chiamate la palline del principianti che non volano, si sente parlare di Scozia. Da quel punto in avanti il golfista è attratto e affascinato dall’idea di poter un giorno giocare in Scozia, e magari vedere l’Old Course a St. Andrews. Bellissimo sarebbe giocarlo, ma basterebbe vederlo e camminare lungo le sue buche. Appoggiare il palmo della mano alle pietre, fredde, della mitica e gloriosa club house del Royal & Ancient St. Andrews è un gesto che compiono in pochi, ma è attraverso quel contatto che ci si può sentire un pochino di più vicino alla storia. Lunedì prossimo, 7 maggio 2012, partirò per la Scozia, invitato dal CEO Helena Woodcock, di Golf Communications International, a visitare e scrivere dei più bei campi da golf attorno a St. Andrews.

Old Course St. Andrews

Dai giornali e dai racconti di vecchi golfisti, che con le loro storie sono più fantasiosi di marinai e sirene, ho raccolto una vaga traccia di cosa mi aspetterà, erba folta, mare a delimitare il fuori limite, vento forte, e l’insistente e fine pioggia che a scrosci costanti non abbandona mai la terra dei kilt. Le previsioni per la prossima settimana dicono che il tempo dovrebbe essere uggioso e nebbioso, così da permettermi di creare qualche storia in più su fantasmagorici colpi che si perdono nella nebbia per poi arrivare in green. Ma in realtà non lo so cosa mi aspetta. Sarà il viaggio a dirmelo.

Come ogni viaggio stampa che si rispetti ho un programma serratissimo.

Dopo l’arrivo a Glasgow mi sposto in auto fin sopra Edimburgo, a cinque miglia da St. Andrews. Qui alloggerò presso il bellissimo St. Andrews Fiarmont Hotel, affacciato sui tradizionali cliff inerbiti e pronti per il gioco. Dicono che il paesaggio e la vista siano incantevoli, e dai fairway sia possibile vedere il nucleo abitativo e l’università di St. Andrews.

Kittocks Golf Links

Il primo giorno mi attendono le 18 buche del Kittocks Links Golf Course, mentre il pomeriggio andrò in pellegrinaggio all’Old Course, alla buca 17, dove Costantino Rocca ha giocato il mitico putt dalla stradina. Da non perdere è anche il Museo del Golf, dove si trovano cimeli golfistici dal Seicento ai giorni nostri, ma soprattutto ci sono i calchi dei “grip”, le impugnature, di tutti i più grandi campioni di golf mai esistiti. Il secondo giorno sarà un tour the force di 36 buche: al mattino mi attende il Torrance Golf Links, progettato dal campione scozzese Sam Torrance, che ha anche giocato l’Open d’Italia a Monticello ed è stato compagno di Ryder Cup di Costantino Rocca durante la gare a coppie.

Old Tom Morris

Al pomeriggio mi attendo invece le 18 buche del Crail Golfing Club. Qui i percorsi sono due da 18 buche ciascuno, ma io visiterò solo il Balcomie Course, il più antico e famoso, progettato alla fine dell’Ottocento, nel 1895, dalla leggenda Old Tom Morris. Qui il mare è visibile da ogni buca, e giocarlo dicono provochi euforia compulsiva.

Il terzo giorno di viaggio sarà composto da due diversi percorsi, al mattino le nove buche dell’antico percorso links di Anstruther, un vero scrigno di fiori e rought adagiato sulle sponde del mare. Il club è tra i più antichi di Scozia, e a detta dei soci, è anche quello con il par3 più insidioso e difficile di tutta la Gran Bretagna.

Al pomeriggio mi attendono invece le 18 buche del Kingsbarns Golf Links, segnalato tra i più campi al mondo dalla guida Rolex, e collocato nella top100 dei Club mondiali.

L’ultimo giorno, prima di chiudere lo “zaino”, ormai ricolmo di ricordi leggendari, mi aspettano le incantevoli 18 buche di Carnoustie, storico percorso da golf dove Ben Hogan si è qualificato il giorno prima di disputare il suo unico Open Championship, quello che poi gli ha permesso di conquistare la Claret Jug.

Kingsbarns Golf Links

Non so cosa mi attende, ma so che devo liberare la mia testa per il viaggio. E’ come se avessi già viaggiato, ho rivisto il programma troppe volte, ho studiato le planimetrie dei golf dall’alto, ma ora per capire la Scozia devo liberarmi dal pensiero della Scozia.

Libro consigliato: Le aspettative, Gabriele Carù, Il mio libro edizioni, Milano 2012

Disco consigliato: Se perdo te, Patty Pravo, Arc, 1967

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Architetto Andrea Alpini
Direttore Itinerari Culturali Golfistici Enogastronomici
Golf People Club House