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Anno XIII Numero 85
– Martedì 26 Novembre 2013
Gli imprenditori guadagnano di più dei propri dipendenti
di Pierpaolo Molinengo
I dipendenti dichiarano di più degli imprenditori? Assolutamente no. Se il confronto è realizzato tra i titolari di azienda e i propri dipendenti, i primi dichiarano molto di più dei secondi. A ritornare sulla polemica innescata ieri dai dati del Dipartimento delle Finanze è la CGIA di Mestre che ha preso i redditi relativi all’anno di imposta 2011 emersi dagli studi di settore di alcune categorie di lavoratori autonomi e li ha comparati con quelli dei lavoratori dipendenti dello stesso settore. Risultato?

– Un titolare di una impresa di pulizie,
ad esempio, guadagna il 187% in più
di un suo dipendente;
– un idraulico il 95%;
– un fotografo il 71%;
– un falegname il 68%;
– un edile il 36%;
– un barista il 25%.

La comparazione, fa notare la CGIA, è stata fatta tra i redditi di alcune imprese individuali congrue con gli studi di settore e con ricavi superiori ai 30.000 euro e quelli dei propri lavoratori dipendenti, così come emergono dal modello CUD (Certificazione Unica Dipendente). Al di sotto della soglia dei 30.000 euro, segnalano dalla CGIA, troviamo tutte le attività marginali che per loro natura nella stragrande maggioranza dei casi non hanno dipendenti.

In termini assoluti i confronti reddituali emersi sono i seguenti:
Impresa di pulizia: il reddito medio dichiarato nell’anno di imposta 2011 è stato di 38.570 euro, quello del suo dipendente di 13.438 euro;
Idraulico: con un reddito di 31.880 euro, il suo dipendente ha realizzato 16.370 euro;
Edile: a fronte di 29.530 euro di reddito di impresa, il dipendente muratore ne ha guadagnati 21.690 euro;
Falegname: con 27.360 euro di reddito di impresa, il dipendente ne ha conseguiti 16.290;
Bar: con 22.790 euro di reddito di impresa, il dipendente ha guadagnato 18.188 euro.
Fotografo: con un reddito di 31.100 euro, il dipendente ha guadagnato 18.188 euro.
Gli affitti degli studi legali arrivano
ad un punto di svolta in Europa
Con prospettive di crescita globale volatili e sempre più divergenti, gli studi legali incontreranno condizioni di mercato differenziate in tutta Europa nel corso dei prossimi 12 mesi, secondo lo studio di Jones Lang LaSalle Global Law Firm Perspective 2013. La ricerca vuole rappresentare un barometro annuale dei trend immobiliari degli studi legali di tutto il mondo. Il 2013 è stato un altro anno di cambiamenti nel vasto contesto economico in cui operano le imprese di diritto internazionale, contesto in cui vi è finalmente maggiore ottimismo per il futuro.
Ad agosto 2013, diciassette transazioni a Londra hanno riguardato oltre 49.700 metri quadrati, già sopra la media trimestrale di tre anni (48.522 m²) e +114% rispetto allo stesso periodo dell’anno prima. Le due più grandi transazioni a oggi sono state CMS Cameron McKenna, che ha affittato per un totale di 13.000 metri quadrati a Cannon Place, EC4, e Bird & Bird, con un pre-let di 12.650 mq al 12-14 di New Fetter Lane, Ec4. Anche in Germania gli studi legali potrebbero dover affrontare condizioni più favorevoli ai proprietari per i prossimi 24 mesi, in località selezionate tra Monaco di Baviera e Francoforte, dove gli affitti stanno raggiungendo rispettivamente € 31 e € 34 al metro quadrato al mese. Notizie economiche sempre più positive in gran parte dell’Eurozona influenzeranno probabilmente sia le entrate che le condizioni immobiliari per gli studi legali di tutta la regione.
La Lombardia aiuta i giovani a comprare casa
«E’ una misura che funziona, per questo motivo abbiamo deciso di prorogarla, estendendone l’efficacia e semplificandone le procedure». Così il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni ha presentato l’addendum al protocollo d’intesa sottoscritto, insieme all’assessore alla Casa, Housing sociale e Pari opportunità Paola Bulbarelli, con il presidente dell’Associazione bancaria italiana Franco Ceruti.
La misura, che prevede l’abbattimento di due punti percentuali sul tasso d’interesse per i primi cinque anni della durata del prestito, ha spiegato il governatore, «è stata introdotta nella legislatura precedente e avendo valutato la sua efficacia, abbiamo deciso di riprenderla, migliorandola e semplificando le procedure per la concessione del contributo. Nei prossimi due mesi – ha aggiunto – potremo valutare se estenderla ulteriormente, trovando le necessarie risorse. Intanto – ha fatto sapere – partirà una campagna pubblicitaria ad hoc per far conoscere i contenuti dell’iniziativa a tutti i potenziali interessati».
Regimi matrimoniali ed effetti patrimoniali dei partenariati registrati
A settembre il Parlamento Europeo ha approvato due risoluzioni riguardanti i progetti di regolamento sui regimi matrimoniali e sugli effetti patrimoniali dei partenariati registrati. I Notai d’Europa accolgono con favore questo voto che, benché soltanto consultivo, costituisce una tappa importante prima della sua approvazione da parte degli Stati membri riuniti in seno al Consiglio. Considerano che il testo vada nel senso di una maggiore certezza giuridica per 16 milioni di coppie internazionali in Europa. Infatti, le proposte di regolamento introdurranno regole chiare quanto alla legge applicabile per la gestione del patrimonio di queste coppie internazionali. Per determinarla le coppie potranno scegliere lo Stato membro in cui la legislazione nazionale disciplinerà i loro diritti di proprietà, a condizione che abbiano stretti legami con lo Stato membro in questione. Per Frank Molitor, Pr esidente del Consiglio dei Notariati dell’Unione Europea, queste disposizioni rafforzano la certezza giuridica della coppia nonché la protezione dei terzi, segnatamente dei creditori.
Inoltre lasciando alla coppia la scelta del diritto applicabile consentirà loro di pianificare la propria situazione giuridica.». I Notai d’Europa appoggiano anche l’auspicio del Parlamento Europeo di estendere la professio iuris anche ai partner registrati che – ai fini della non discriminazione – potranno godere della stessa autonomia e certezza giuridica delle coppie sposate. Più che mai le coppie hanno bisogno di informazioni precise e pertinenti prima di scegliere il regime giuridico che si applicherà al loro matrimonio o partenariato. Una mancanza di informazione può indurli a scegliere un diritto che potrà
non corrispondere ai loro interessi. Di fronte alla responsabilità sociale di informare i cittadini, i Notai d’Europa hanno creato il sito «Coppie in Europa» (www.couples-europe.eu). Molto esauriente, questo sito mette a disposizione in 21 lingue delle schede di informazione sul diritto dei paesi dell’Unione Europea nel campo dei regimi matrimoniali e dei partenariati registrati.
Case dette di lusso: numeri senza criterio
La Confedilizia diffonde gli ultimi dati disponibili relativi agli immobili compresi nelle categorie catastali A1 (abitazioni signorili), A8 (ville) e A9 (castelli, palazzi di eminenti pregi artistici o storici), suddivisi per provincia e per capoluogo di provincia. Il raffronto permette di rilevare l’assenza di qualsiasi logica nell’individuazione di tutti questi immobili: la varietà estrema dei dati non ha alcun razionale e obiettivo collegamento con la demografia, la storia, l’arte, i valori e la consistenza del patrimonio immobiliare.
Per la categoria A1 (36.130 unità immobiliari in tutta Italia) si va dalle 5.127 unità immobiliari di Genova alle zero di Oristano. Per la categoria A8 (35.706 in tutta Italia), la quantità massima si registra a Firenze (2.696 unità immobiliari) mentre in 3 province (Isernia, Matera e Sondrio) non vi è neppure un immobile inquadrato in tale categoria. Quanto agli A9 (2.594 il totale in Italia), a registrare il maggior numero di unità immobiliari è la provincia di Bologna (con 464 unità) mentre in ben 15 province non vi è alcun immobile con tale inquadramento catastale. Tra questi minimi e massimi, i numeri variano enormemente, con differenze sorprendenti anche fra territori del tutto simili per estensione e numero di abitanti.
È tanto ricorrente quanto errata la denominazione che viene data a tali immobili, definiti solitamente “di lusso”. Si tende demagogicamente ad assimilarl i, senza mai considerare la reale situazione della consistenza di tali immobili provincia per provincia e senza riflettere, ad esempio, sulle spese necessarie ai proprietari di ville e palazzi storici per il semplice mantenimento di tali beni.
La Confedilizia rileva che – nonostante questa situazione, più volte denunciata – pure la legge di stabilità 2014, in discussione al Senato, tende a discriminare tutti gli immobili A1, A8 e A9 (74.430 in tutta Italia), inserendoli in un comparto di reietti, da colpire fiscalmente, senza alcuna realistica considerazione né delle reali caratteristiche di tali immobili né della loro individuazione sul territorio. Si vuole colpire un settore della proprietà immobiliare, agendo in maniera aprioristica. Eppure la semplice conoscenza delle tabelle che l’Organizzazione storica dei proprietari di casa diffonde dovrebbe da sé sola invitare il Parlamento a riflettere prima di punire.
Diminuiscono i canoni di locazione in Italia
Calano ancora gli affitti in Italia con una media del 4,5%, ma a fronte di flessioni a doppia cifra per città come Perugia (-14,2%) e Trieste (-11,8%), le città metropolitane vanno verso la stabilizzazione (Roma -0,5%, Napoli -1,4% e Milano -2,3%) dopo la vistosa riduzione dei canoni registrata nel 2012. A fotografare queste tendenze è il Rapporto sulle locazioni 2013 realizzato, con il supporto scientifico di Nomisma, da Solo Affitti, il franchising immobiliare leader in Italia nella locazione con 350 agenzie (40 in Spagna). “Le grandi città – afferma Silvia Spronelli, presidente di Solo Affitti – hanno anticipato lo scorso anno il trend in calo degli affitti, perciò, proprio leggendo i numeri delle realtà metropolitane ci aspettiamo per il 2014 una sostanziale stabilità dei canoni e buon numero dei contratti di locazione nel residenziale, soprattutto in c entro città”.
L’andamento delle locazioni in Italia. Dopo Perugia (-14,2%), che potrebbe aver risentito del calo degli iscritti all’università, i cali più consistenti dei prezzi d’affitto si sono rilevati a Trieste (-11,8%), Campobasso (-8,2%), Genova (-8,1)% e Torino (-7,4%), dove lo scorso anno erano rimasti sostanzialmente invariati (-0,4%). I canoni di locazione si sono ridotti in misura superiore alla media nazionale anche a Palermo (-7,3%), Ancona (-6,7%) e Potenza (-6,4%) mentre sono stati più modesti i cali a Trento (-1,1%), Bologna (-1,4%), Cagliari (-1,5%), Venezia (-2,1%) e Bari (-2,2%).
Tutte le tipologie di immobili hanno fatto registrare mediamente lo stesso ribasso dei canoni con bilocali (-4,7%) un po’ sopra la media nazionale, trilocali (-4,5%) e quadrilocali in linea (-4,4%), e monolocali che hanno tenuto meglio (-4,3%) degli altri. A Milano hanno sofferto in particolare i monolocali (-12,8%) mentre le quotazioni dei quadrilocali hanno avuto un incremento (+2,9%). Tendenza dettata forse dalla domanda sempre crescente di condividere gli spazi per contenere le spese.
I canoni medi. Secondo le rilevazioni di Solo Affitti la presenza dell’arredamento nell’immobile o la disponibilità del garage costa mediamente tra i 42 e i 53 euro in più al mese.