Andrea Auletta – I mille volti dell’ospitalità.

I mille volti dell’ospitalità di Andrea Auletta

 

L’esperienza di Andrea Auletta dall’hotellerie al brand di prodotto

Il percorso progettuale di Andrea Auletta unisce idealmente Firenze e Milano; parte dalla progettazione e dal revamping degli alberghi del gruppo fiorentino Starhotels e si arricchisce di molteplici esperienze nelle principali città del mondo (Parigi, Londra, New York, Roma, Montecarlo, Miami) nell’ospitalità e nel residenziale, negli uffici e nel retail, nel corso di oltre vent’anni di attività e di sfide, sempre cercate e affrontate con entusiasmo e con energia, fino ad ritornare alle proprie origini, nella città di Milano, dove ha attualmente il suo Studio.

Incontri, persone, progetti

 

 

Il percorso formativo di Andrea Auletta inizia con la Facoltà di Architettura a Venezia, il Politecnico a Milano, e lo IED (Istituto Europeo di Design), dove si laurea nel 1997 in Interior Design, in un contesto cosmopolita e ricco di suggestioni.
Forti suggestioni sono anche quelle che gli derivano dai due anni di attività nello Studio di Andrea Branzi, una ‘famiglia’ nel senso rinascimentale del termine, ricordata con divertita nostalgia e affetto e che si rivela ricca di spunti preziosi per la costruzione del suo approccio al progetto. Firenze rappresenta per Auletta l’incontro con Starhotels, lì ha sede il Gruppo di proprietà familiare nato quarant’anni or sono per iniziativa di Ferruccio Fabri, un costruttore edile insolitamente prestato all’hotelerie. Partito da un albergo di Firenze, acquistato e ristrutturato invece che demolito, il Gruppo possiede oggi 29 alberghi nel mondo. Se con Ferruccio Fabri inizia il percorso di Andrea Auletta con Starhotels sotto il segno di un approccio realistico e concreto al tema dell’hotellerie, è con la figlia Elisabetta Fabri che il discorso prosegue e si evolve, segnando un intensificarsi della collaborazione con il Gruppo fiorentino. All’impostazione pragmatica di Ferruccio, coerente con la concezione dell’ospitalità degli anni Novanta, si affianca la svolta impressa dalla figlia verso il futuro della catena Starhotels attraverso una progressiva operazione di ristrutturazione, in cui ogni albergo diventa una storia a sé, innovativa e piena di charme, in sintonia con una nuova visione delle strutture a 4 e 5 stelle.
“Per Starhotels ho progettato le camere di quasi tutti gli alberghi con quel che segue: hall, ristoranti, bar, aree fitness, ma anche facciate, di cui una un po’ folle terminata di recente per l’albergo Tourist in via Fulvio Testi a Milano. Una facciata pixelata che ha trasformato un immobile triste e datato in qualcosa di molto divertente” dice Andrea Auletta. La visione di Starhotels, pienamente interpretata da Auletta, considera ogni albergo come una storia diversa, con caratteristiche proprie legate alla tipologia di clientela, al livello di accoglienza, alla città in cui si trova, perché Venezia è diversa da Firenze, da Milano o da Roma e sottesa a considerazioni di budget sempre tenute presenti con opportuna attenzione.

Da Firenze a Milano

L’attività di Auletta per il Gruppo Starhotels rappresenta un impegno costante cui si affianca, nel corso degli ultimi cinque anni, una serie di lavori diversi che lo portano ad aprire un proprio studio prima a Firenze, poi, negli ultimi due anni a Milano. Alla collaborazione con Starhotels si sono via via affiancati altri progetti per alberghi, gallerie d’arte, residenziale e non sono mancati lavori per uffici di alta rappresentanza e spazi retail.

“Nel mio progetto – dice Auletta – c’è molto prodotto: per l’albergo e per il residenziale disegno i mobili, i tessili d’arredamento, le carte da parati, i tappeti, i tendaggi; è tutto molto tailor-made e sono il progetto, l’interlocutore e il luogo che determinano l’approccio. Quindi, ogni volta il progetto è un foglio bianco, una nuova sfida che ha dietro le spalle l’esperienza e tutto quello che c’è di realizzato, ma tendenzialmente non mi ripeto, se non nei dettagli, nei ‘mattoni’ dell’arredamento.”
“Procedo molto per illuminazioni – continua Auletta – con un senso costante di curiosità e di attenzione e spesso trovo spunti e soluzioni durante una passeggiata o elaborando quello che vedo sulle reti e sui social, per interiorizzarlo e tradurlo in oggetti e sistemi realizzati dai mobilieri e dagli artigiani che collaborano con me. Questi fornitori sono quasi sempre italiani, non per spirito di campanile, ma perché nel nostro Paese ci sono eccellenze e abilità non replicabili altrove”.

 

Quando il restyling è un valore

Nella sua ricerca di gusto, Auletta spazia da un classico fresco e grintoso a un contemporaneo caldo e accogliente, mai freddo. La forbice è ampia, anche nell’utilizzo dei materiali. “Mi piace anche, soprattutto nell’ambito dell’hotellerie, il restyling, ma si parla anche di softstyling con un’attenzione particolare al budget. Nella mia visione, il restyling significa rinnovare, andando a recuperare degli oggetti già presenti, ridandogli una nuova vita. Quello del restyling è un grande valore: mi piace prescrivere il nuovo, ma anche recuperare il vecchio quando è pregevole: è una sfida che mi entusiasma. Tre anni fa ho realizzato delle suite in un albergo veneziano, recuperando e trasformando disegni storici di Venini e di Seguso e valorizzandoli con cornici dorate classiche recuperate da vecchie tele: classico e moderno convivevano assieme, con poco si è potuto realizzare tanto, esprimendo allo stesso tempo cultura e senso del territorio”.

Approccio sostenibile e scelta dei materiali

Se è vero che l’albergo è un animale vivo 365 giorni all’anno e 24 ore al giorno, la sostenibilità è fondamentale. A Milano Auletta ha progettato l’albergo E.c.ho di Starhotels, con cui nel 2012 ha vinto a Londra l’European Hotel Design Awards come miglior albergo sostenibile in Europa. L’attenzione all’impatto energetico, la scelta dei materiali che provengono talvolta da una filiera di riciclo, dipende anche dal tipo di progetto e da quanto l’interlocutore vuole spingere su questo tema. Un’attenzione va riservata anche alla facilità di manutenzione e alla rapidità di pulizia, spesso si valutano anche i tempi del personale addetto alle camere, che contribuiscono a fare la differenza sui costi di gestione.Sul fronte dei materiali non ci sono preclusioni: “Non mi emozionano i materiali in sé – spiega Auletta – tutto dipende dal progetto: amo sperimentare, mi prendo dei rischi, ma in generale non ho preferenze. Soluzioni divertenti con materiali poveri che creano emozioni fortissime sono altrettanto valide, come un legno teak riprodotto con materiale sintetico con un effetto spettacolare a costi ridottissimi. Poi ci sono i materiali che parlano dei luoghi, come la pietra serena, il cotto e il cuoio in Toscana. Come il marmo, il broccato e il vetro a Venezia. Questa è un’epoca in cui si guarda con attenzione all’utilizzo di materiali naturali, ma non bisogna escludere l’uso di materiali sintetici, se fatto in maniera accattivante e opportuna”.

Una nuova avventura

Il capitolo più recente del percorso garbatamente romanzesco di Andrea Auletta è ‘Silorian’, un contenitore che produce e commercializza icone stilizzate di farfalle, scimmiette, scarabei e pappagalli partendo dai disegni realizzati da un artista e che diventano un brand multifunzionale in grado di viaggiare su diversi canali e sotto diverse forme, per creare business e divertimento.
Ma questa è un’altra storia e avremo presto modo di parlarne.

La cartella stampa è disponibile a questo LINK e per interviste personalizzate con l’Architetto Andrea Auletta contattare Vittoria Vicini a info@ogs.it oppure 023450610.

A presto e grazie,

Marilena Puppi

OGS srl
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