I sistemi di assistenza alla guida (Adas) ci rendono davvero più sicuri in auto?

 

I sistemi di assistenza alla guida (Adas) ci rendono davvero più sicuri in auto?

di Marina Marzulli

A provare l’efficacia degli Adas sono i dati sull’incidentalità raccolti dalle scatole nere. I risultati dimostrano che le auto più recenti e meglio equipaggiate sono sottoposte a meno delle metà dei rischi rispetto ai veicoli con più di 15 anni.

I sistemi di assistenza alla guida (Adas) ci rendono davvero più sicuri in auto? Per scoprirlo la Fondazione Filippo Caracciolo di ACI, in collaborazione con il Politecnico di Torino, ha analizzato i dati di oltre tre milioni di scatole nere.

LO STUDIO SULLE BLACK BOX

Lo studio (qui il link per scaricare la documentazione completa) è stato presentato da Aci e Bosch al ForumAutoMotive tenutosi a Milano.  La ricerca, che valuta l’efficacia dei sistemi di assistenza alla guida, è basata sui dati provenienti dalle black box di un campione di:

  • 1,5 milioni di veicoli nel 2017: 11,5 miliardi di km percorsi
  • 1,8 milioni nel 2018: 13 miliardi di km nel 2018

Così è stato possibile analizzare l’esposizione al rischio di diversi modelli di auto vendute in Italia, considerando per la prima volta anche i chilometri percorsi dalle vetture.

MENO INCIDENTI CON AUTO NUOVE E ADAS

“La metodologia sperimentale adottata dalla Fondazione ha dimostrato l’esistenza di un’evidente correlazione fra età del veicolo, dotazioni di sicurezza e rischio di incidentalità. Esiste un’accentuata esposizione al rischio dei veicoli più vecchi e dal prezzo di listino più basso”
Giuseppina Fusco, Presidente Fondazione Caracciolo e Vice Presidente Aci

Esaminando i dati delle scatole nere, si deduce che gli Adas riducono il rischio di incidentalità. In particolare:

  • un veicolo immatricolato da più di 15 anni ha quasi il 50% di probabilità in più di essere coinvolto in un incidente grave rispetto a uno immatricolato da soli 2 anni.
  • I modelli più costosi, con prezzo di listino medio pari a 30.000 euro e dotati di un numero maggiore di sistemi di assistenza alla guida, sono coinvolti in incidente 5,7 volte ogni milione di chilometri
  • I veicoli con prezzo inferiore ai 15.000 euro sono esposti a un rischio triplo, rimanendo coinvolti fino a 15 volte ogni milione di chilometri percorsi. 
  • I modelli dotati del sistema di assistenza alla frenata hanno fino al 38% di probabilità in meno di essere coinvolti in un incidente stradale rispetto alle vetture che ne sono sprovviste (ma solo 1 veicolo su 5 dispone di questa tecnologia di serie)

MIGLIORARE LE DOTAZIONI

Dotando le auto del sistema di assistenza alla frenata (per citare l’Adas più rilevante), possono essere evitati fino a 4 incidenti su 10 per i veicoli più costosi e fino a 2 su 10 per i modelli di segmento A e B. Nonostante questo, la diffusione delle auto dotate del sistema di assistenza alla frenata sulle nostre strade è ancora limitata. Ci sono ampi margini di miglioramento, considerando che il sistema è potenzialmente disponibile per il 75% dei modelli di veicoli“È  doveroso correggere questo vulnus e accelerare il processo di messa in sicurezza dei veicoli. Accessibilità significa garantire che le tecnologie per la sicurezza siano presenti su tutti i veicoli, indipendentemente dalla loro fascia di prezzo”, commenta la vice presidente di Aci Giuseppina Fusco.

Gli standard di sicurezza ricoprono un ruolo sempre più importante nella scelta dell’auto da acquistare. “Una tendenza che risponde anche all’obbligo imposto dall’Unione Europea di dotare di un equipaggiamento di sistemi di assistenza alla guida tutti i modelli di nuova omologazione che saranno introdotti sul mercato a partire dal 2022 – ricorda Gabriele Allievi, Amministratore Delegato Bosch Italia -. I veicoli omologati prima di quella data, avranno tempo fino al 2024 per adeguarsi al nuovo regolamento europeo. Il pacchetto salvavita, pensato per preservare la sicurezza di guidatori e passeggeri, includerà funzioni come il sistema di assistenza alla frenata e il sistema di rilevamento del colpo di sonno”