Quali incentivi per le auto vorremmo?

Quali incentivi per le auto vorremmo?

di Vincenzo Bonanno

Il provvedimento bonus-malus non ha prodotto i risultati attesi. Una parte dei fondi stanziati quest’anno per l’ecobonus è ancora inutilizzata. Ma crescono anche gli acquisti delle auto penalizzate dall’ecotassa. I costruttori auspicano che il modello possa essere rivisto e migliorato. Ecco come.

A 10 giorni dalla chiusura delle prenotazioni per l’ecobonus (in vigore dal 1° marzo, ma operativo da aprile), rimangono da spendere 22.775.000 euro. Dopo più di sette mesi, oltre il 30% dei fondi stanziati (60 milioni) si trova ancora nelle casse dello Stato (addirittura, nel caso delle due ruote, rimangono 9 milioni, dei 10 previsti).

Le Case auto auspicano un cambiamento dell’attuale modello di incentivi per cambiare auto, visti i modesti risultati ottenuti dal provvedimento che ha istituito ecotassa ed ecobonus. All’orizzonte, poi, c’è l’aumento della tassa sulle auto aziendali, secondo la bozza della Manovra 2020.

COME SVECCHIARE IL PARCO AUTO CIRCOLANTE

“Confidiamo che il modello attuale di incentivi auto possa essere rivisto e migliorato”, dichiara Andrea Crespi, Managing Director di Hyundai Italia. “Serve un approccio pragmatico. Una misura fondamentale per svecchiare il nostro parco è la rottamazione di veicoli obsoleti. Tutti gli stakeholder dovrebbero dare il loro contributo a un piano strategico concreto, strutturato e di lungo periodo. I recenti dati diffusi da Aci confermano che più di un terzo delle auto circolanti in Italia – circa 13,7 milioni di autovetture – ha più di 13 anni e rientra nelle fasce da Euro 0 ad Euro 3”.

Secondo Crespi, “ci vuole una strategia nazionale con l’obiettivo di ridurre il numero delle auto più inquinanti in circolazione e rinnovare il parco circolante. Occorre un modello che sia accessibile a tutti, anche a chi non ha potuto usufruire degli incentivi statali previsti finora. Inoltre, è fondamentale guidare i consumatori nella transizione verso una mobilità sostenibile e allo stesso tempo più semplice e senza pensieri. Per questo motivo, Hyundai ha sottoscritto una nuova collaborazione strategica con Enel X, con la volontà di affiancare le persone in questo percorso fornendo un pacchetto completo (comprensivo di wallbox) e modulabile a seconda delle esigenze”.

PIÙ AUTO IBRIDE ED ELETTRICHE

Per Andrea Ciucci, B2B&Remarketing Director di PSA Groupe Italia, “sono necessari interventi strutturali per svecchiare il nostro parco circolante che presenta un’anzianità media elevata, il 31,3% è ante Euro 4, quindi con oltre 14 anni di età. Bisognerebbe mettere in campo misure che coniughino il sostegno ai veicoli con alimentazioni a basso impatto con la creazione e lo sviluppo di infrastrutture dedicate alla mobilità elettrica”.

Nel mondo delle flotte, “l’arrivo di nuovi modelli elettrici e ibridi aiuterà, nei prossimi anni, i Fleet Manager a costruire nuove car policy e nuove regole per l’inflottamento nei parchi auto. La continua evoluzione tecnologica dei motori elettrici e delle batterie ha permesso un notevole incremento dell’autonomia, mentre la tecnologia ibrida permette una notevole riduzione dei consumi, garantendo un’autonomia del tutto simile alle macchine alimentate a combustibile, nonché un utilizzo a zero emissioni nei tragitti urbani. Lo sviluppo di questi nuovi motori permetterà al Fleet Manager di scegliere nelle migliori condizioni l’auto più giusta per ogni realtà aziendale customizzata a seconda dell’utilizzo che il driver ne dovrà fare. La mobilità sostenibile è il modello ideale di un sistema di trasporti che ridurrà al minimo l’impatto ambientale, massimizzando l’efficienza, l’intelligenza e la rapidità degli spostamenti”.

 

UNA GIUNGLA DI RESTRIZIONI E AGEVOLAZIONI 

Per Renault, “a livello locale, sarebbe preferibile una maggiore omogeneizzazione delle misure emanate da Regioni e Comuni, sia in termini di incentivi sia di misure sulla circolazione, sul fronte dei veicoli elettrici”. Cosa manca? “Maggiori infrastrutture di ricarica, attraverso incentivi regionali/locali, così da sviluppare il mercato elettrico, sia delle autovetture sia dei veicoli commerciali”.

ECOTASSA ED ECOBONUS

Dal 1° marzo 2019 (fino al 31 dicembre 2021), chi compra un’auto nuova deve misurarsi non solo con le classi inquinanti (Euro 6c, Euro 6d-Temp, Euro 6d), ma anche con le emissioni di anidride carbonica. Da parecchio tempo pure le Case automobilistiche fanno i conti con la CO2, visto l’obbligo europeo di abbassare, entro il 2021, la media di emissioni delle proprie auto da 130 g/km attuali a 95 g/km.

Ebbene, dal 1° marzo questo dato, che dopo l’immatricolazione viene riportato al punto V.7 della carta di circolazione, diventa riferimento imprescindibile anche per chi acquista un’auto nuova (anche con la formula del leasing finanziario). In funzione del livello di emissioni, si deve pagare una tassa oppure ottenere un incentivo (più alto in caso di rottamazione, erogato sotto forma di riduzione del prezzo di acquisto).

Se il valore di CO2 è compreso tra 0 e 70 g/km, si ha diritto al bonus (a condizione che il prezzo di listino dell’auto sia inferiore ai 50mila euro, Iva esclusa); tra 71 e 160 g/km, invece, non accade nulla. A partire da 161 g/km di CO2, si paga, una tantum, l’ecotassa (malus). L’imposta va da 1.100 euro a 2.500 euro, in base al livello di emissioni (calcolate, fino al 31 dicembre 2020, secondo il ciclo NEDC).

BILANCIO PROVVEDIMENTO BONUS-MALUS

“Da una prima analisi dei risultati dei primi nove mesi dell’anno, il provvedimento bonus-malus non ha portato grossi effetti nel nostro mercato. C’è stato un incremento delle vendite di veicoli a basso impatto ambientale, derivante soprattutto dalle politiche di acquisto delle aziende, che stanno mostrando sempre maggiore interesse verso nuove tecnologie e nuovi motori poco inquinanti e che cominciano ad orientare le loro scelte in tal senso”, spiega Ciucci.

Risalta, quindi, la crescente sensibilità del mercato verso l’innovazione tecnologica, unita alle campagne di comunicazione dei costruttori e alle loro offerte commerciali. Per Massimiliano Loconzolo, Fleet&Used Senior Manager di Toyota Italia, ecotassa ed ecobonus “non hanno avuto nessuno effetto, in quanto praticamente nessun prodotto della nostra gamma ha beneficiato dei bonus o è stato penalizzato dal malus. I nostri modelli non rientrano nei range di emissioni del provvedimento, nonostante la tecnologia full hybrid riduca sia i climalteranti (la CO2) sia gli inquinanti (Nox). La costante crescita del Full Hybrid (+30%) anche quest’anno è stata determinata da una maggiore domanda di mercato, assecondata da una offerta sempre più ricca, supportata dai nostri Hybrid Bonus, gli incentivi di Toyota e Lexus da un minimo di 4.000 euro a un massimo di 8.000 euro”.