NEWS. L’INNOVAZIONE VOLANO DELLA RIPRESA: LE PMI COME LE STARTUP

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L’INNOVAZIONE VOLANO DELLA RIPRESA:
LE PMI COME LE STARTUP

Con il decreto Investment Compact, il Governo ha creato la categoria delle “Pmi innovative”,
estendendo alle imprese con alto grado di innovazione molte delle agevolazioni
già destinate alle startup con il decreto “Crescita 2.0”.

La differenza sarà solo una questione di età, ovvero, di esperienza sui mercati e nel confronto con la concorrenza. Per il resto, ben presto ci saranno ben poche distinzioni tra le start up innovative e le piccole imprese capaci di operare ad alti livelli di innovazione e di investimenti massicci nella ricerca. Il Governo ha dato loro un nome: Pmi innovative, creando di fatto una nuova categoria di imprese. La novità è inserita nell’Investment Compact, il decreto approvato il 20 gennaio scorso per potenziare gli strumenti a favore delle Piccole e medie imprese. Non è solo una questione di lessico: le Pmi che si definiranno “innovative” potranno beneficiare di molte delle agevolazioni e delle semplificazioni già riservate alle startup con il “Decreto Crescita 2.0” del 2012.

Nella pratica, ad esempio, potranno attirare talenti e motivarli proponendo sistemi di compenso legati ai risultati, e cioè pagando il personale con stock option o i fornitori con il modello del work for equity. In altre parole, se l’azienda va bene, il collaboratore potrà acquistare delle quote a un valore più vantaggioso rispetto a quello del mercato, guadagnando sulla plusvalenza. Allo stesso modo, i fornitori potranno ricevere come pagamento per le proprie prestazioni alcune quote della società.

A questo si aggiunge la possibilità di raccogliere capitali attraverso campagne online di equity crowdfunding, su piattaforme apposite autorizzate dalla Consob. Importante anche la misura delle agevolazioni fiscali: privati e società che sceglieranno di investire sulle Pmi innovative potranno avere sgravi fiscali rispettivamente del 19% (fino a un massimo di 500 mila euro) e del 20% (fino a un massimo di 1,8 milioni).

Potranno essere considerate Pmi innovative le aziende non quotate e con l’ultimo bilancio certificato. In più, dovranno dimostrare di avere due su tre fra questi requisiti: la titolarità di brevetti o marchi nei settori industriali o biotecnologico; almeno un quinto dello staff deve essere personale altamente qualificato e, non meno importante, le spese in ricerca e sviluppo devono essere pari al 3% del maggiore importo tra costo del lavoro e valore totale della produzione. Solo dimostrando tali requisiti un’azienda potrà essere inserita nella categoria “imprese innovative” del Registro delle Imprese.

In quest’ottica, FIM Credit è in grado di offrire consulenze specifiche per studiare business plan orientati alla crescita e individuare le forme migliori di finanziamento e liquidità, per accompagnare ogni impresa in ogni fase del suo sviluppo e aiutarla a sostenere e consolidare i processi di innovazione.

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