REAL ESTATE. Immobili all’estero: solo spiagge bianche, mare blu e palme ricurve?

Nell’immaginario collettivo la frase “lascio l’Italia e me ne vado in un luogo dove si possa

sorseggiare un cocktail in spiaggia appisolati sull’amaca” sta ogni giorno prendendo sempre più piede.

Per molti di noi – soprattutto durante qualche triste risveglio in una della tipiche mattinate grigie – il

quadretto di cui sopra rappresenta un sogno e – ahimè – sempre più una necessità visto che il

numero degli italiani che lascia il nostro paese è in continua crescita.

Anche quando si parla di investimenti immobiliari all’estero nella nostra mente entra prepotentemente l’immagine descritta inizialmente e, temo, che questo sia dovuto – soprattutto – al

fatto che l’italiano non abbia ancora “metabolizzato” l’investimento nel mattone “a distanza”.

In molti miei precedenti interventi ho scritto della difficoltà che abbiamo noi italiani nel concepire

l’acquisto di un immobile senza poter quotidianamente controllare lo stesso.

Spesso viene visto come un “sogno” riservato a pochi privilegiati e – conseguentemente – è molto

diretto il collegamento ai “paradisi caraibici” o comunque alla seconda casa e quindi in luoghi

turistici .

Ciò che invece tento di fare assieme al mio staff da 10 anni è proprio di sdoganare l’investimento

immobiliare all’estero rendendolo alla portata di tutti coloro che intendono avvicinarsi

all’investimento nel mattone.

Quello che spaventa l’italiano non è certamente il prezzo – la soglia di accesso all’investimento

immobiliare all’estero è di circa euro 30.000 – ma proprio l’impossibilità di “controllare” l’immobile e

la paura che tale investimento possa essere ad appannaggio di pochi privilegiati.

Qualcosa però sta cambiando …

Secondo il Centro Studi di “Scenari Immobiliari” nel 2013 sono stati 42.300 gli italiani che hanno acquistato casa all’estero con una proiezione di 45.000 per il 2014. In Europa siamo secondi solo ai tedeschi.

Tale studio evidenzia inoltre che gli acquisti immobiliari non sono indirizzati solo a luoghi caldi e

soleggiati ma, anzi, le grandi città estere sono in continua ascesa.

Questi dati sicuramente mi confortano ed evidenziano due importantissimi fattori :

lo stato di insoddisfazione negli investimenti immobiliari in Italia;

l’abbattimento delle barriere “mentali e geografiche”.

L’Italiano si sta quindi accorgendo e rendendo conto che l’investimento immobiliare all’estero non è più un privilegio per pochi, non rappresenta necessariamente “una via di fuga” e, non da ultimo, non è solo mare, spiagge bianche e palme ricurve….
Al prossimo appuntamento

Gianluca Santacatterina

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