NEWS. Presentato oggi alla Camera dalla società civile Rapporto su Pechino+20 sull’Empowerment delle donne


Presentato dalla società civile Rapporto sull’attuazione del Programma di azione Pechino+20 su Empowerment delle donne

E’ stato presentato in conferenza stampa (foto) questa mattina presso la Camera dei Deputati il rapporto sull’Attuazione del Programma d’Azione sulle donne di Pechino (Rilevazione quinquennale: 2009-2014) elaborato da numerose realtà della società civile che lavorano con un’ottica di genere sulle diverse tematiche di cui la Piattaforma di Pechino si compone.

Il Report, scaricabile a questo link, rappresenta l’analisi corale rispetto ai passi in avanti – in verità esigui – fatti dall’Italia negli ultimi due decenni per garantire la piena attuazione di quanto previsto dal Programma di Azione. Alla Conferenza stampa, tenutasi presso la sala Aldo Moro della Camera e ospitata dall’on. Rosa Villecco Calipari, Vicepresidente Commissione Difesa, sono intervenute le rappresentanti delle realtà sociali che hanno contribuito, ciascuna sulla propria specifica tematica, alla compilazione del rapporto. Per A Sud, coinvolta nella stesura dell’analisi riguardanti Donne e Ambiente, con particolare riferimento all’obiettivo che prevede, nello specifico, l’inclusione delle donne nei processi decisionali riguardanti politiche ambientali e di sviluppo, è intervenuta alla conferenza stampa Marica Di Pierri.

La conferenza di Pechino

Nel 1995 si svolgeva a Pechino la IV Conferenza mondiale sulle donne che stabiliva la verifica ogni cinque anni dell’attuazione del Programma d’Azione per ogni paese che l’aveva sottoscritto. L’Italia per la prima volta ebbe una Ministra “delle Pari Opportunità” e un Piano di attuazione della Piattaforma.

A fine maggio 2014 il Dipartimento delle Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha invitato le associazioni a contribuire al rapporto quinquennale, come peraltro richiesto dall’ONU, ma ha già inviato autonomamente il proprio, senza consultarle veramente o attendere il loro contributo. Il quadro che ne emerge rappresenta una situazione ben diversa dalla realtà che vivono ogni giorno le donne in Italia.

In risposta al rapporto del Governo, la società civile – composta tra le altre da organizzazioni per la promozione dei diritti umani, associazioni delle donne, coordinamenti sindacali e singole esperte di genere- che vivono in presa diretta il prezzo della disuguaglianza di genere nel nostro paese ha redatto il rapporto Pechino 2009-2014  presentato questa mattina in Conferenza Stampa.

Rispetto alla Piattaforma di Pechino, i principali punti critici sono:

– la carenza di un sistema di raccolta, analisi e diffusione di statistiche di genere, che potrebbe consentire il monitoraggio e la valutazione delle politiche messe in atto a diversi livelli;

– l’elevato livello di povertà femminile soprattutto nelle famiglie monoparentali, nonché il progressivo assottigliarsi del già fragile sistema di welfare,

– l’insufficiente difesa della salute e dei diritti sessuali e riproduttivi,

– il basso tasso di occupazione delle donne e la generale mancanza e precarietà di lavoro sia tra le nuove generazioni sia tra le over 40,

– la questione della violenza maschile sulle donne in assenza di un complessivo ed efficace sistema di contrasto e l’entrata in vigore della Convenzione di Istanbul,

– il monitoraggio dell’applicazione delle Convenzioni a partire dalla CEDAW (Convenzione  per l’eliminazione delle discriminazioni contro le donne) e del sistema dei diritti umani delle Nazioni Unite, nonché delle Risoluzioni dell’ONU su Donne, Pace e Sicurezza che riguardano da vicino un paese con un numero significativo di“missioni militari di pace” ed un costante flusso di arrivi di migranti, in particolare richiedenti asilo che provengono da zone di guerra e di conflitto;

– il rapporto donne e media;

– il riconoscimento delle problematiche ambientali collegate alle donne e alle loro esperienze e saperi, per garantire sicurezza sociale e risorse ambientali “pulite”e rinnovabili.

Cita il rapporto:“Solo un effettivo impegno in questi campi permetterà all’Italia di recuperare il suo ruolo internazionale e riacquistare credibilità nel rispetto dei diritti di tutte le donne.”

SCARICA IL RAPPORTO COMPLETO

Le realtà e le singole promotrici:

Fondazione Pangea onlus,Simona Lanzoni

UDI – Unione donne in Italia, Vittoria Tola

Casa Internazionale delle Donne di Roma, Francesca Koch

Le Nove, Maria Grazia Ruggerini,  Maria Merelli, Stefania Pizzonia

D.i.Re, Donne in Rete contro la violenza, Titti Carrano, Monica Tesone, Caterina Becchi,

BeFree Cooperativa Sociale contro violenza, tratta e discriminazioni, Loretta Bondi,

Ass.Differenza Donna ong, Teresa Manente, Ilaria Boiano, Rossella Benedetti

Parsec, Federica Dolente

Trama di Terre, Tiziana Dal Pra

Associazione Giudit Milli Virgilio

ARCS-Arci Cultura e Sviluppo, Gemma Ciccone,Silvia Stilli

Donne in Quota, Donatella Martini

Unaltrogeneredicomunicazione

A Sud, Marica di Pierri

Punti di Vista, Sabrina Aguiari, Wendy Harcourt, Sonja Cappello

CGIL, Loredana Taddei e Silvana Cappuccio

UIL, Grazia Brinchi

Osservatorio per la salute globale, Nicoletta Dentico

Rete Internazionale Donne per la pace- Patrizia Salierno

Rete Internazionale Donne per la pace /UISP- Raffaella Chiodo Karpinsky,

Comitato per la promozione e protezione dei diritti umani, Barbara Terenzi

Donne contro il razzismo, Casa internazionale delle donne, Isabella Peretti,

AIED Roma

Ass. Punto D

Bianca Pomeranzi, componente del Comitato CEDAW Nazioni Unite

Maura Misiti, ricercatrice CNR-IRPSS

Sabrina Marchetti, ricercatrice EUI (European University Institute)

Luisa Del Turco, Consulente in Cooperazione Internazionale, esperta Genere Pace e Sicurezza

Daniela Brancati

Alessandra Fantin

Augusta Angelucci, Senior Gender Advisor già funzionario UNDP esperta di Sistemi Sanitari e cooperazione internazionale

Giovanna Scassellati, Osterica Ginecologa

Monia Azzalini,

Barbara Spinelli, Avvocata

Anna Parisi Presicce, Amnesty

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