Eppur si muove!

Eppur si muove!

I mercati finanziari sono volatili. I prezzi aggregano una miriade di informazioni in tempo reale, informazioni sul passato, sul presente, aspettative sul futuro. In aggiunta, i prezzi riflettono lo stato d’animo – il cosiddetto “sentiment” – di miliardi di persone, nonché le aspettative sul sentiment futuro e le aspettative sulle aspettative sul sentiment eccetera.

Questo processo dinamico di creazione di aspettative sta alla base dell’incertezza e quindi della volatilità dei prezzi. E’ del tutto ragionevole, quindi, prevedere che i prezzi non si muovano in linee rette. In questo senso, l’andamento dei mercati azionari globali nel 2017 è stato una eccezione piuttosto che la norma.

Bassa Volatilità su Bonds e FX

Allo stato attuale, la volatilità del mercato azionario è in linea con la media degli ultimi 20 anni (20%). La recente correzione dell’S&P500 ha generato volatilità, aprendo cosi diversi scenari di performance per il 2018 che solo qualche settimana fa erano impensabili. A mio avviso questo è dovuto al fatto che la volatilità è circa il doppio della media del 2017 (11%). Forse ci siamo abituati troppo bene durante il periodo di QE globale? Si, questo è stato un fattore importante. Inoltre, sugli altri mercati di riferimento come il Treasury e il mercato dei cambi, la volatilità si attesta ben al di sotto delle medie storiche, facendo presagire un necessario aggiustamento nella misura in cui le banche centrali convergono verso un cambiamento di policy.

In conclusione

La gestione patrimoniale si basa sul concetto di rendimento per unità di rischio. In genere, l’unità di rischio è la componente più volatile e quindi quella da tenere sotto controllo nell’allocazione del capitale. Un investimento che rende pochi punti base sopra il tasso risk-free può essere un ottimo investimento in un contesto di mercato dominato dalle banche centrali e dalla bassa volatilità. In un contesto più “normale” e quindi anche solo leggermente più volatile, lo stesso investimento si può rivelare come un azzardo. La previsione delle variazioni dell’unità di rischio è una parte importantissima della gestione attiva e quindi della capacità di generare alpha.

Noi siamo convinti che il contesto di mercato attuale sia caratterizzato da fondamentali solidi e che l’aumento di volatilità faccia parte di quel processo di normalizzazione della politica monetaria che bene o male tutti gli investitori prevedono per i prossimi due anni. La allocazione dei nostri portafogli rimane quindi orientata verso equity e credito, mantenendo comunque una sensitività molto modesta al rischio di tasso.

Alessandro Tentori

Chief Investment Officer
AXA Investment Managers Italia