La Commandaria di Cipro, il vino passito più antico

La Commandaria di Cipro, il vino passito più antico

La posizione di Cipro, la conformazione del suolo, la particolarità del clima, da sempre, rendono questa isola localizzata in area asiatica, ma straordinariamente mediterranea, una zona felix per la coltivazione della vite. La tradizione vinicola di Cipro è antichissima e alcuni scavi archeologici condotti recentemente hanno evidenziato prove che possono far ragionevolmente rientrare l’isola tra i luoghi dove sono avvenute, già 5000 anni fa, le prime vendemmie d’Europa. Questa attività è stata ed è, inoltre, molto importante per la vita di Cipro, anche come veicolo di contatto con altri Paesi e culture.

La principale zona cipriota a vocazione vinicola si sviluppa oggi sui pendii meridionali dei monti Troodos, nella fascia più alta, accesa da un sole caldo e intenso.  I vitigni autoctoni hanno nomi affascinanti come Mavro, Xinisteri, Ophtalmo, Muscat di Alessandria e la loro forza esprime intensamente il vigore di un terroir che fino a ora non ha conosciuto la temuta filossera. Da un po’ di tempo, per ampliare l’offerta locale, l’isola ha accolto anche vitigni europei continentali come Cabernet, Grenache, Palomino e Chardonnay che grazie alla ricchezza minerale del suolo e ai fattori climatici si stanno esprimendo ottimamente, raccogliendo plausi e premi su scala internazionale. Complessivamente, la qualità della produzione è ottima i vini ciprioti ben figurano nelle classifiche mondiali. Nel 2016, il prestigioso The Decanter World Wine Award (DWWA) ne ha premiati ben 60.

Naturalmente, tra le medaglie assegnate non poteva mancarne una dedicata a quello che senza dubbio è il vino cipriota per eccellenza: la Commandaria. Questo passito vanta una storia così antica che è difficile tracciarne il percorso. Per il Guinness World Record pare sia addirittura il vino più vecchio del mondo, prodotto sembra già nell’800 a.C. e amato da Riccardo Cuor di Leone, che lo definì “il vino dei re, il re dei vini”, così come da Filippo Augusto di Francia, promotore nel 1224 della prima sfida tra vini del mondo, La Bataille des Vins, vinta proprio dalla Commandaria. Primati a parte, quello che risulta oggi più interessante è forse il risultato del lungo viaggio nella storia di questo vino che ha attraversato i secoli con la capacità di restare fedele alla sua fama e alle sue origini. Il merito va ai produttori ciprioti che con caparbietà lo hanno difeso, protetto e tutelato pensando sempre alla qualità.

Il disciplinare è, infatti, ferreo e grazie anche a questo è possibile ritrovare in ogni sorso uno spettro aromatico sorprendente, ampio, ricco di sfumature e generoso nella persistenza del finale. A testimonianza della sua fedeltà al terroir di origine, può essere prodotto soltanto con gli uvaggi autoctoni Xynisteri (bianco) e Mavro (rosso), esclusivamente all’interno di un’area specifica definita Regione della Commandaria, che conta 14 villaggi. Legato alla zona di produzione esiste anche un itinerario chiamato, appunto, della Commandaria che si snoda attraverso i villaggi della regione di Lemesos (Limassol), Kolossi, Erimi, Monagri, Agios Georgios, Silikou, Doros, Laneia, Trimilkini, Agios Mamas, Kapileio, Zoopigi, Kalo Chorio, Agios Pavlos, Agios Konstantinos, Louvaras, Gerasa e Apsiou. Sembra risalire addirittura al XII secolo, periodo in cui i cavalieri di San Giovanni erano presenti sull’isola e avevano avviato un’attività di perfezionamento della vinificazione proprio nell’area – ai tempi definita proprio per la presenza dei cavalieri “La Grande Commanderie” – che ancora oggi è l’unica accreditata per la produzione. Percorrendo questa antica via, vale la pena fermarsi nelle cantine che aprono le loro porte ai visitatori per degustare la Commandaria dove viene prodotta e da non perdere è anche una sosta a Laneia, grazioso villaggio amato da artisti e scrittori, che custodisce un antico torchio restaurato.

Tornando al disciplinare, vale la pena dare un po’ di attenzione alla complessità dei processi di vendemmia e vinificazione: i grappoli vengono lasciati a lungo sui tralci, fino a ottenere una precisa quantità di zucchero negli acini. Quando il livello è ottimale vengono raccolti e stesi al sole per circa 7/10 giorni al fine di concentrare ulteriormente il tasso zuccherino. Dopo la pressatura degli acini, la fermentazione avviene in serbatoi, dove si arresta spontaneamente grazie all’alto tasso alcolico (15%) raggiunto. In seguito a questa fase, la Commandaria per legge deve invecchiare almeno quattro anni botti di rovere, messe a riposare nei locali sotterranei di quattro aziende produttrici.

Per degustarlo al meglio, valorizzando la ricchezza aromatica e assaporando il perfetto equilibrio tra tasso alcolico, zuccherino e note astringenti, la temperatura ideale di servizio è compresa tra 6° e 9° C.  Al fine di valorizzarlo massimamente, nel 2006, l’Associazione di produttori di vino ciprioti, in collaborazione con un gruppo di esperti di vino e di sommelier, dopo un attento processo di selezione, ha individuato il calice di cristallo ideale per servire questo vino: è stato ufficialmente denominato Commandaria Glass e appartiene alla serie Ridel Vinus Extreme, Codice 444/55, prodotta dalla rinomata e apprezzatissima cristalleria austriaca Riedel, leader mondiale nel design di calici da vino.

Abbinamenti ideali? Come tutti i vini dolci e muffati è perfetto a fine pasto, da solo o servito con dolci che contengano uva passa, noci e nocciole caramellate, caffè, miele e addirittura cioccolato, sostanza che raramente incontra un buon abbinamento con il vino. Matrimonio d’amore anche con i tradizionali dolci ciprioti a base di mosto cotto soutzioukos o con quelli, sempre legati alle tipicità dell’isola, che contengono frutta, fichi, mele cotogne e arance amare. Last but not least, la Commandaria è l’accompagnamento ideale per formaggi erborinati come gorgonzola, Stilton e Roquefort o con qualche formaggio cipriota prodotto con latte intero.

Per informazioni: TURISMOCIPRO.IT